giovedì 30 dicembre 2010
lunedì 29 novembre 2010
domenica 21 novembre 2010
venerdì 5 novembre 2010
lunedì 4 ottobre 2010
Segreteria di Padova - ottobre 2010
L'estro e gli estri
affermazione e negazione del soggetto adolescente
affermazione e negazione del soggetto adolescente
Erminia Macola e Adone Brandalise
Nei confronti dell’adolescente, l’adulto volonteroso di capire oscilla tra il riconoscimento dei comportamenti “immaturi” che illustra con eloquenza e forza affermativa,
Sabato 16 ottobre, ore 10-12 - Gabinetto di lettura, piazza Insurrezione, 4 - Padova (centro)
martedì 21 settembre 2010
Incontri straordinari della segreteria di Padova
Vuoto e pieno nella povertà di spirito
Il tema della "povertà di spirito", centrale nella mistica renana (Meister Eckhart), evidenzia un movimento, il distacco (Gelassenheit), oggi arduo da proporsi, ma forse indispensabile perché si dia ancora il soggetto. Il distacco da tutto, ivi compreso tutto ciò con cui ci si identifica, non si risolve in una autonegazione, ma nell’accesso a quel vuoto a partire dal quale si comincia a creare. Lacan ne parla in varie occasioni: quando allude al santo che non fa la carità, ma diventa pietra di scarto (Televisione) per permettere al soggetto dell'inconscio di prenderlo come causa del suo desiderio; quando nomina il vuoto (ex-nihilo della creazione) attorno al quale il vasaio costruisce il vaso (L'etica della psicoanalisi). Il principio di Lacan è che "più si è di santi, più si ride", e più si esce dal discorso capitalista.
Tratteremo questo tema martedì 19 ottobre, h. 20,30 al Gabinetto di Lettura, Piazza insurrezione, 4 - Padova (centro).
sabato 18 settembre 2010
ATTIVITA' NAZIONALE SCUOLA LACANIANA
Momenti cruciali dell’esperienza psicoanaliti
coordinato da Gil Caroz e Pierre Gilles Guéguen
23 ottobre, 11 dicembre 2010 e 12 febbraio 2011
orario: 13.00 – 18.00
Milano, Casa della Cultura – Via Borgogna
Per ulteriori informazioni consultare: www.scuolalacaniana.it
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Attività nazionale Scuola Lacaniana
Attività 2010-2011
Tra le condizioni sociali e psichiche che caratterizzano il nostro tempo emerge prepotentemente come fenomeno l' impossibilità per il singolo di riconoscere ed occupare un proprio posto. Si è sempre fuori posto e la vita è sempre rinviata: non si comincia mai. È rinviata la condizione adulta, ma anche quella adolescenziale e infantile. I giovani non si sentono mai accettati come "grandi" dalla nostra organizzazione sociale, né i bambini come bambini. Tratteremo questo tema da vari punti di vista, come si può vedere nel nostro programma di quest'anno.
mercoledì 2 giugno 2010
Forum di Torino
Il Forum, è una novità assoluta per l'Italia. Sarà un'occasione inedita per discutere e confrontarci, come Scuola, con la società, con il discorso/i discorsi in cui siamo immersi. È, in parte, quello che facciamo nelle nostre citta' quando invitiamo qualcuno a intervenire nei dibattiti e nelle tavole rotonde, ma questa volta con uan rilevanza che vuole essere nazionale. Finalmente la Scuola Lacaniana si fa sentire e si costituisca come interlocutrice nella societa'.
Aula Magna del Rettorato dell'Università di Torino
Via Verdi, 8 – Venerdì 4 giugno, ore 15
Via Verdi, 8 – Venerdì 4 giugno, ore 15
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Attività nazionale Scuola Lacaniana
CONVEGNO NAZIONALE DELLA SCUOLA LACANIANA
Torino 5-6 giugno 2010
Dalla parte dell'inconscio
Centro Congressi Torino Incontra: via Nino Costa, 8
Marco Focchi
Il tema del Convegno quest’anno è essenzialmente politico: indica una parte, traccia una linea, segna un al di qua e un al di là.
La Scuola si mette dalla parte dell’inconscio e colloca, con questo, come antagonista chi rifiuta l’inconscio, chi non accetta la lacuna nella padronanza che esso rappresenta. Si segna così una demarcazione chiara tra la psicoanalisi, che cerca di ristabilire i diritti della soggettività, di ritradurre l’angoscia contemporanea nella logica del desiderio, di entrare nei labirinti del discorso amoroso rovesciando quel che vi è d’incurabile nell’esistenza e facendovi apparire il valore di agalma, e i funzionari della normalità, che vedono nel disagio soggettivo solo un disturbo di personalità, una disfunzionalità da riaggiustare per restituire non un soggetto, ma un subordinato reso conforme alle esigenze di produttività del mercato.
Mai come nella nostra epoca si è sentito parlare di un problema dei bambini iperattivi con disturbo d’attenzione. Se ne vede bene il motivo: la perdita d’autorevolezza delle relazioni, la crescita degli imperativi produttivi, la spinta narcisistica che fa dell’Io e della perfezione fisica un oggetto d’adorazione, contrastano infatti la naturale distrazione infantile che alimenta la fantasia, l’allegra fanciullesca possibilità di non cronometrare le proprie giornate, il piacere di perder tempo senza che questo diventi un capo d’imputazione. Conosciamo situazioni in cui la giornata del bambino è programmata dal momento del’attività sportiva, alla lezione di musica, a quella di lingua, in un crescendo senza tregua.
La società della misura onnivora, della valutazione superegoica, della contabilità totalizzante, toglie spazio alla vita, ingloba nella banalità di un benessere prescritto ogni deriva verso l’imprevedibile, ogni scintilla di un godimento sottratto al calcolo.
Vogliamo metterci dalla parte dell’inconscio per resistere a una deriva sociale che puntando sulla funzionalità, mette l’utile come supremo valore della vita.
Ma il nostro titolo ha anche un altro risvolto. Vuole indicare infatti che analista e analizzante sono dalla stessa parte dell’inconscio, che l’analista non ha chiuso i conti con l’inconscio, e che non si erige a figura di esperto di fronte a un utente che chiede soluzioni per sintomi interpretati meramente come disturbi.
Chi ha traversato l’esperienza di un’analisi sa il valore creativo insito nel sintomo, lo riconosce come segno di godimento, e non come granello di sabbia da eliminare per far girare alla perfezione un ingranaggio portato al massimo livello d’astrazione e di idealità.
Lacan sosteneva che l’interpretazione, lungi dal ridurre l’inconscio, piuttosto lo alimenta. L’analista sta dalla stessa parte dell’inconscio che l’analizzante. Questo significa che la sua analisi continua “con atri mezzi”, anche se non sta più facendo sedute, anche se non sta più incontrando il proprio analista.
L’esperienza della psicoanalisi
Dobbiamo allora considerare che l’analisi è un’esperienza con un valore supplementare, non solo una pratica psicoterapeutica. Naturalmente è possibile renderne conto, e la passe è stata pensata esattamente per questo. Ma anche se non passa per il dispositivo della testimonianza, è importante mettere in risalto che la psicoanalisi in quanto tale implica effetti che vanno al di là del sollievo dalla sofferenza nevrotica o della restituzione di una vita possibile allo psicotico, e che coinvolgono il soggetto nella produzione del nuovo, che possono fargli fanno toccare limiti tra pensiero ed essere, tra linguaggio e pulsione, che non sono a portata di nessun altra esperienza.
I casi presentati in questa sezione del convegno potranno rendere conto degli effetti che non sono solo di terapia, e potranno rendere leggibile questo continente meno esplorato dalla letteratura tradizionale.
Lo psicoanalista-psicoanalizzante
Questo tema nuovo emerso nel dibattito recente dell’AMP merita di essere ripreso nel nostro Convegno perché è uno dei fattori trainanti nel rinnovamento della Scuola. Occorre mettere al centro l’esperienza che l’analista ha della propria analisi e il modo in cui la ritrova nel proprio lavoro clinico.
In alcuni orientamenti contemporanei questo aspetto viene appiattito sotto la rubrica del controtransfert, ovvero nell’ostentazione del modo in cui l’analista, nelle sedute, ascolta se stesso piuttosto che il paziente.
Per noi, piuttosto, si tratta della posizione dell’analista nella sua dissimmetria. Da una parte l’analista occupa la posizione di parvenza d’oggetto, dall’altra c’è il paziente come soggetto. Ma occupare la posizione di parvenza d’oggetto non è un titolo ad honorem, una posizione acquisita una volta per tutte. Essa rimanda continuamente, in altro spazio che non è quello della seduta con il paziente, al compito interminabile di un lavoro sul proprio inconscio.
In questa sezione sarà dunque interessante esplorare i contraccolpi della pratica clinica e il loro rimando al rapporto dell’analista con il proprio inconscio.
Inconscio e sintomo
Se l’inconscio, nella sua natura linguistica, è luogo delle parvenze e dei fantasmi, il sintomo ha un punto irriducibile, che Lacan ha chiamato sinthome, che noi traduciamo sintoma. Nel momento in cui il soggetto supera il proprio conflitto nevrotico con il godimento, nel momento in cui vi consente, questo punto appare per quel che è: un segno di godimento che non è da interpretare, che non è da eliminare, e che è disponibile per un nuovo uso.
In questa sezione si tratterà di esplorare il nuovo binario della clinica, quello tra parvenze e sintoma, il cui programma è stato lanciato due anni fa a Buenos Aires da Jacques-Alain Miller, e sul quale dovremo lavorare ancora negli anni a venire.
Torino 5-6 giugno 2010
Dalla parte dell'inconscio
Centro Congressi Torino Incontra: via Nino Costa, 8
Dalla parte dell'inconscio
Centro Congressi Torino Incontra: via Nino Costa, 8
Marco Focchi
Il tema del Convegno quest’anno è essenzialmente politico: indica una parte, traccia una linea, segna un al di qua e un al di là.
La Scuola si mette dalla parte dell’inconscio e colloca, con questo, come antagonista chi rifiuta l’inconscio, chi non accetta la lacuna nella padronanza che esso rappresenta. Si segna così una demarcazione chiara tra la psicoanalisi, che cerca di ristabilire i diritti della soggettività, di ritradurre l’angoscia contemporanea nella logica del desiderio, di entrare nei labirinti del discorso amoroso rovesciando quel che vi è d’incurabile nell’esistenza e facendovi apparire il valore di agalma, e i funzionari della normalità, che vedono nel disagio soggettivo solo un disturbo di personalità, una disfunzionalità da riaggiustare per restituire non un soggetto, ma un subordinato reso conforme alle esigenze di produttività del mercato.
Mai come nella nostra epoca si è sentito parlare di un problema dei bambini iperattivi con disturbo d’attenzione. Se ne vede bene il motivo: la perdita d’autorevolezza delle relazioni, la crescita degli imperativi produttivi, la spinta narcisistica che fa dell’Io e della perfezione fisica un oggetto d’adorazione, contrastano infatti la naturale distrazione infantile che alimenta la fantasia, l’allegra fanciullesca possibilità di non cronometrare le proprie giornate, il piacere di perder tempo senza che questo diventi un capo d’imputazione. Conosciamo situazioni in cui la giornata del bambino è programmata dal momento del’attività sportiva, alla lezione di musica, a quella di lingua, in un crescendo senza tregua.
La società della misura onnivora, della valutazione superegoica, della contabilità totalizzante, toglie spazio alla vita, ingloba nella banalità di un benessere prescritto ogni deriva verso l’imprevedibile, ogni scintilla di un godimento sottratto al calcolo.
Vogliamo metterci dalla parte dell’inconscio per resistere a una deriva sociale che puntando sulla funzionalità, mette l’utile come supremo valore della vita.
Ma il nostro titolo ha anche un altro risvolto. Vuole indicare infatti che analista e analizzante sono dalla stessa parte dell’inconscio, che l’analista non ha chiuso i conti con l’inconscio, e che non si erige a figura di esperto di fronte a un utente che chiede soluzioni per sintomi interpretati meramente come disturbi.
Chi ha traversato l’esperienza di un’analisi sa il valore creativo insito nel sintomo, lo riconosce come segno di godimento, e non come granello di sabbia da eliminare per far girare alla perfezione un ingranaggio portato al massimo livello d’astrazione e di idealità.
Lacan sosteneva che l’interpretazione, lungi dal ridurre l’inconscio, piuttosto lo alimenta. L’analista sta dalla stessa parte dell’inconscio che l’analizzante. Questo significa che la sua analisi continua “con atri mezzi”, anche se non sta più facendo sedute, anche se non sta più incontrando il proprio analista.
L’esperienza della psicoanalisi
Dobbiamo allora considerare che l’analisi è un’esperienza con un valore supplementare, non solo una pratica psicoterapeutica. Naturalmente è possibile renderne conto, e la passe è stata pensata esattamente per questo. Ma anche se non passa per il dispositivo della testimonianza, è importante mettere in risalto che la psicoanalisi in quanto tale implica effetti che vanno al di là del sollievo dalla sofferenza nevrotica o della restituzione di una vita possibile allo psicotico, e che coinvolgono il soggetto nella produzione del nuovo, che possono fargli fanno toccare limiti tra pensiero ed essere, tra linguaggio e pulsione, che non sono a portata di nessun altra esperienza.
I casi presentati in questa sezione del convegno potranno rendere conto degli effetti che non sono solo di terapia, e potranno rendere leggibile questo continente meno esplorato dalla letteratura tradizionale.
Lo psicoanalista-psicoanalizzante
Questo tema nuovo emerso nel dibattito recente dell’AMP merita di essere ripreso nel nostro Convegno perché è uno dei fattori trainanti nel rinnovamento della Scuola. Occorre mettere al centro l’esperienza che l’analista ha della propria analisi e il modo in cui la ritrova nel proprio lavoro clinico.
In alcuni orientamenti contemporanei questo aspetto viene appiattito sotto la rubrica del controtransfert, ovvero nell’ostentazione del modo in cui l’analista, nelle sedute, ascolta se stesso piuttosto che il paziente.
Per noi, piuttosto, si tratta della posizione dell’analista nella sua dissimmetria. Da una parte l’analista occupa la posizione di parvenza d’oggetto, dall’altra c’è il paziente come soggetto. Ma occupare la posizione di parvenza d’oggetto non è un titolo ad honorem, una posizione acquisita una volta per tutte. Essa rimanda continuamente, in altro spazio che non è quello della seduta con il paziente, al compito interminabile di un lavoro sul proprio inconscio.
In questa sezione sarà dunque interessante esplorare i contraccolpi della pratica clinica e il loro rimando al rapporto dell’analista con il proprio inconscio.
Inconscio e sintomo
Se l’inconscio, nella sua natura linguistica, è luogo delle parvenze e dei fantasmi, il sintomo ha un punto irriducibile, che Lacan ha chiamato sinthome, che noi traduciamo sintoma. Nel momento in cui il soggetto supera il proprio conflitto nevrotico con il godimento, nel momento in cui vi consente, questo punto appare per quel che è: un segno di godimento che non è da interpretare, che non è da eliminare, e che è disponibile per un nuovo uso.
In questa sezione si tratterà di esplorare il nuovo binario della clinica, quello tra parvenze e sintoma, il cui programma è stato lanciato due anni fa a Buenos Aires da Jacques-Alain Miller, e sul quale dovremo lavorare ancora negli anni a venire.
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Attività nazionale Scuola Lacaniana
venerdì 2 aprile 2010
Agenda Aprile 2010
Domenica 11 Aprile 2010, ore 10,00-12,30
D E B I L I T A'
Nicola Purgato
Bambini iperattivi, bambini prodigio, bambini obesi... casi tutti in cui sembra prevalere il segno “più” rispetto alla presunta “normalità”... ma anche bambini debili dove invece sembra essere il segno “meno” a far da padrone rispetto alla capacità di capire il mondo e sapersi muovere in esso. Casi isolati, o sintomo di un discorso - quello attuale - che svela quanto Lacan aveva già detto negli anni settanta ovvero che “l’essere parlante si trova destinato alla debilità”?
Cosa intendiamo per "debilità"?
Cosa intendiamo per "debilità"?
LUOGO: Gabinetto di Lettura, Piazza Insurrezione, 4
Padova (centro)
Responsabile delle attività della Scuola
Erminia Macola 3391956869
lunedì 22 marzo 2010
Agenda Marzo 2010
Domenica 28 marzo 2010
L'imperversare della coppia genitoriale
ALBERTO TUROLLA
L'imperversare della coppia genitoriale
ALBERTO TUROLLA
In un momemto in cui la famiglia conosce cambiamenti che vanno dalla mononuclearità alla pluriestensione, anche la psicologia diventa più giuridica e si erge a salvaguardia del minore sotto l'insegna della "coppia genitoriale".
La psicoanalisi, invece, ci consente di decifrare, nel divenire complesso della struttura, la funzione “padre”, in grado di permettere la soggettivazione del desiderio e quindi una soluzione meno anonima dei conflitti che si presentano.
La psicoanalisi, invece, ci consente di decifrare, nel divenire complesso della struttura, la funzione “padre”, in grado di permettere la soggettivazione del desiderio e quindi una soluzione meno anonima dei conflitti che si presentano.
Luogo: Gabinetto di Lettura, Piazza Insurrezione, 4 - Padova Centro.
Segreteria organizzativa, dott. ssa Erminia Macola 3391956869
Segreteria organizzativa, dott. ssa Erminia Macola 3391956869
sabato 20 febbraio 2010
AGENDA FEBBRAIO 2010
Sabato 27 febbraio 2010
Nell'ambito della proposta di quest'anno: Usi del Godimento, verrà trattato il tema della differenza sessuale in merito al quale J. Lacan propone una suddivisione degli esseri parlanti, non in base alla biologia o all'anagrafe, ma in base al loro modo di godere. Così essi si possono collocare liberamente dal lato maschile, il lato dell'universale, o femminile, il lato del non-tutta, dell'una per una, del godimento supplementare. In questo senso il mistico Giovanni della Croce occupa la posizione femminile e si trova benissimo – dice Lacan – perchè ha l'idea che ci sia un godimento al di là del fallo. Sembra complicato, ma la dott.ssa Luisella Brusa, psicoanalista milanese della nostra Scuola, sarà in grado di spiegarcelo sabato mattina quando tratterà le
Formule della sessuazione
settimo capitolo del Seminario XX, Ancora, di J. Lacan
Luogo: Gabinetto di Lettura, Piazza insurrezione, 4 - Padova Centro.
Segreteria organizzativa, dott. Alberto Turolla, Via Ognissanti, 75 - 35129 Padova
Segreteria organizzativa, dott. Alberto Turolla, Via Ognissanti, 75 - 35129 Padova
Tel. e Fax: 049 8070150
mercoledì 17 febbraio 2010
AGENDA FEBBRAIO 2010
Domenica 28 febbraio 2010, ore 10.00
Bambine e Veline
Pervertizzazione della femminilità
LUISELLA BRUSA
Ho 12 anni, faccio la cubista e mi chiamano principessa (Marida Lombardo, Bompiani 2007). Siamo all’inizio dell’adolescenza e l’adesione alle maschere sociali è già decisa. Ma è un’adesione di bambina che assume speditamente il sembiante che i media, la rete, la moda impongono. Non ci sono esitazioni, dubbi, sensi di colpa. Non ci sono né castrazione, né inconscio, né osservanza del dettato parentale, né desiderio dell’Altro; per questo lei “può errare”, cioè girare a vuoto e al tempo stesso vagabondare, fatta di velo, principessa, lontana da una costruzione soggettiva, senza appiglio in qualcosa di singolare e proprio, passando da un sembiante a un altro in un piacere illimitato. Tutto ciò perché il declino di un limite imposto dal Nome del Padre, ancorato al sacro e al trascendente, apre a una perversione immanente non priva di fascino.
Segreteria organizzativa Luogo: Gabinetto di Lettura, Piazza Insurrezione 4, Padova (centro)
sabato 16 gennaio 2010
Istituto Freudiano – Padova
Alla Scuola Lacaniana di Psicoanalisi si affianca l’attività dell’Istituto Freudiano per la clinica, la terapia e la scienza, abilitato alla formazione degli psicoterapeuti. I suoi insegnamenti non sono rivolti solo a psicologi e medici, ma anche ad assistenti sociali, educatori, operatori del campo della salute mentale e a tutti coloro che, a diverso titolo, desiderino acquisire una formazione nel campo della psicoanalisi. Il seminario teorico dell’Istituto si svolge sia nella sede di Padova che in quella di Venezia, alternativamente. Il titolo di quest’anno è:
USI DEL GODIMENTO
Intervengono i docenti delle Sezioni cliniche europee, che sono i membri delle Scuole Lacaniane europee. L'attività dell'Istituto contempla anche la presentazione di casi clinici, che sviluppano e approfondiscono tematiche e nozioni della pratica clinica attraverso strumenti teorici e concettuali propri della psicoanalisi. Tutte le Sezioni cliniche sono dirette da Jacques-Alain Miller, direttore del Dipartimento di Psicoanalisi dell’Università di Parigi VIII. Il presidente italiano dell’Istituto è il dott. Antonio di Ciaccia.Segreteria organizzativa - Padova
Dott. Alberto Turolla
Via Ognissanti, 75 - 35129 Padova
Tel. e Fax: 049 8070150
E-mail: antennapadova@istitutofreudiano.it
A seguito le informazioni del prossimo incontro
23 gennaio 2010, h. 10-13; 14-16
Il godimento femminile
Il godimento femminile
coordina GIULIANA GRANDO
docente invitata: LUISELLA MAMBRINI
docente invitata: LUISELLA MAMBRINI
caso clinico presentato da: FABIO GALIMBERTI
Luogo: Fondamenta S. Andrea, Santa Croce 495 -Venezia
mercoledì 6 gennaio 2010
Pubblicazione - Membri SLP Padova
L’angoscia è l'inatteso, la visita, la notizia, tutto ciò che esprimiamo con il termine presentimento. Secondo Freud, ci appare come estranea benchè tocchi l'intimità del nostro essere sino a farlo vacillare. Costituisce il lato più sgradevole, più difficile da dire e da rappresentare. Al suo manifestarsi, qualcosa del rapporto con il mondo s'incrina, le certezze vengono sospese e si apre una dimensione che non è più della realtà, sebbene stia al cuore della nostra vita: Lacan la chiama la dimensione del reale. L’angoscia è un'esperienza logicamente necessaria, non accidentale, benchè improvvisa e non padroneggiabile. Senza di essa non potremmo diventare soggetti responsabili, né avere desideri e costruttivi rapporti con gli altri.
I contributi di questo volume, che raccoglie il lavoro di insegnamento della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi a Padova, si impegnano ad esplicitare il ruolo dell'angoscia come rivelatrice della verità, come fenomeno espansivo prioritario che dissolve tutto il resto.
Alla storia del concetto, con i suoi sviluppi teorici, è dedicata la prima parte del libro. Fa seguito una seconda sezione su angoscia e scrittura, dedicata all'esame di alcuni paradigmi letterari riguardanti il tema centrale del volume. La parte successiva si concentra invece sul rapporto tra l'angoscia e le donne. Conclude l'opera una quarta parte che fa riferimento all'emergenza clinica attuale mettendo in evidenza i rapporti tra l'angoscia, le varie forme di dipendenza e i1 panico.
I contributi di questo volume, che raccoglie il lavoro di insegnamento della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi a Padova, si impegnano ad esplicitare il ruolo dell'angoscia come rivelatrice della verità, come fenomeno espansivo prioritario che dissolve tutto il resto.
Alla storia del concetto, con i suoi sviluppi teorici, è dedicata la prima parte del libro. Fa seguito una seconda sezione su angoscia e scrittura, dedicata all'esame di alcuni paradigmi letterari riguardanti il tema centrale del volume. La parte successiva si concentra invece sul rapporto tra l'angoscia e le donne. Conclude l'opera una quarta parte che fa riferimento all'emergenza clinica attuale mettendo in evidenza i rapporti tra l'angoscia, le varie forme di dipendenza e i1 panico.
In copertina: Henri de Toulouse-Lautrec
Donna rossa con camicia bianca (1889).
Olio su tela. Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza.
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